TUMORI VESCICALI
Il tumore della vescica rappresenta uno dei tumori più comuni nei paesi sviluppati [1]. Nelle forme infiltranti è un tumore aggressivo.
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Epidemiologia
Il tumore vescicale colpisce più frequentemente gli uomini rispetto alle donne, con un rapporto di circa 3:1. È più comune nei paesi industrializzati e l’incidenza aumenta con l’età, di solito colpendo persone sopra i 50 anni. Approssimativamente il 75% dei pazienti con neoplasia vescicale si presenta con malattia confinata alla mucosa (stadio Ta, CIS) o alla sottomucosa (stadio T1). Tra i pazienti più giovani (età inferiore a 40 anni), questa percentuale è ancora più elevata.
Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio, responsabile di circa il 50% dei casi. Altri fattori di rischio includono l’esposizione a sostanze chimiche industriali, come le ammine aromatiche, gli idrocarburi policiclici aromatici e clorinati, tipicamente presenti in vernici. Infine altri fattori come l’esposizione a radiazioni ionizzanti in pelvi è stato associato ad un maggior rischio di sviluppare tale tumore.
Cause e sintomi
Il tumore della vescica rappresenta uno dei tumori più comuni nei paesi sviluppati. Nelle forme infiltranti è un tumore aggressivo.
Il sintomo più comune, e spesso il primo segnale del tumore della vescica, è l’ematuria, ossia la presenza di sangue nelle urine. Questo può essere visibile a occhio nudo (macroematuria) o rilevabile solo tramite esame chimico fisico delle urine e non visibile ad occhio nudo (microematuria).
Mentre la macroematuria è più spesso associata a tumore uroteliale o vescicale, la microematuria lo è molto più raramente (< 5% dei casi). Il paziente con macroematuria, una volta escluse altre cause meno gravi come la calcolosi o le infezioni alle vie urinarie, deve essere indagato per escludere la presenza di un tumore uroteliale.
Diagnosi
Per confermare la diagnosi, si utilizzano diversi strumenti:
Classificazione e stadio del tumore
Il tumore vescicale viene classificato in tumore uroteliale a basso grado (Low grade) e ad alto grado (High grade) in base al grado di aggressività. Una distinzione fondamentale è tra il tumore vescicale non-muscolo infiltrante, ossia agli stadi Tis, Ta, T1 e quello muscolo infiltrante, ossia agli stadi ≥T2.
Questa differenza ha un ruolo prognostico e terapeutico fondamentale in quanto in generale i tumori superficiali hanno una prognosi di gran lunga migliore di quelli muscolo infiltranti, che richiedono a differenza dei primi un trattamento radicale.
Il tumore non muscolo infiltrante viene inoltre classificato in basso, intermedio, alto o altissimo rischio sulla base di grado tumorale, stadio clinico/patologico, e sui dati anamnestici del paziente (età > 70 anni, tumore > 3 cm e tumori papillari multipli).
Trattamento
Il trattamento del tumore della vescica dipende dallo stadio.
Per i tumori superficiali il trattamento di elezione è la resezione transuretrale del tumore (TURBT). Questo intervento ha scopi sia diagnostici che stadiativi. Qualora il tumore rientrasse nelle categorie di rischio intermedio o alto, alla TUBB seguono le instillazioni endovescicali di immunoterapici (BCG) o chemioterapici (principalmente epirubicina o mitomicina C) per ridurre il rischio di recidiva.
Inoltre in caso di resezione non completa del tumore alla prima TURB, di mancanza di tonaca muscolare all’esame istologico, di multiple tumori di prima osservazione e nei tumori allo stadio T1, può essere indicata una TURB II Look, ossia un secondo intervento per eventualmente radicalizzare cioè che è stato resecato con il primo.
Nei tumori muscolo-invasivi invece, o nei tumori non musoclo invasivi ma ad alto o altissimo rischio, soprattutto qualora non risondessero agli interventi conservativi, vengono indicati trattamenti più aggressivi, come la cistectomia radicale, che può essere accompagnata da chemioterapia neoadiuvante.
La cistectomia radicale è un intervento molto complessso che consiste nella rimozione della vescica, prostata nell’uomo e ovaio e utero nella donna, e dei linfonodi pelvici con consensuale derivazione urinairia che può essere continente (come nel caso della neovescica ileale ortotopica) o incontinente (come nel caso dell’ureteroileocutaneostomia o ureterocutaneostomia).
In pazienti non fit per l’itervento o che non vogliono essere sottoposti ad un intervento chirurgico così invasivo, si può optare per la terapia trimodale, ossia bladder-sparing, che consiste nell’associazione di una TURB massimale con chemio e radioterapia. Questo approccio, seppure gravato da un maggior rischio di recidiva e progressione di malattia rispetto alla cistectomia, permette di salvare la vescica nativa.
In caso di malattia avanzata o metastatica vengono invece indicate terapie sistemiche. Si utilizzano chemioterapia o immunoterapia, come gli inibitori del checkpoint immunitario.
Prognosi
La prognosi del tumore della vescica varia notevolmente in base a diversi fattori, tra cui lo stadio e il grado del tumore al momento della diagnosi, l’età e la salute generale del paziente, nonché la risposta al trattamento.
I tumori La prognosi per i tumori superficiali è generalmente buona, con alti tassi di sopravvivenza a 5 anni. Tuttavia, essendoci un rischio significativo di recidiva (in alcuni casi superiore al 50% a 5 anni), è essenziale un monitoraggio regolare tramite cistoscopie di controllo.
Quanto il tumore invade il muscolo della vescica, la prognosi diventa più complessa. Il trattamento spesso richiede un approccio più aggressivo, come la cistectomia radicale. La sopravvivenza a 5 anni per i tumori muscolo-invasivi varia a seconda dell’estensione della malattia e della presenza di eventuali metastasi.
Se il tumore si è diffuso oltre la vescica, coinvolgendo linfonodi o altri organi, la prognosi è più riservata. Tuttavia, trattamenti sistemici quali chemioterapia e immunoterapia possono aiutare a controllare la malattia e migliorare la qualità della vita.
TURBT
La resezione transuretrale della vescica, comunemente chiamata TURBT (Transurethral Resection of Bladder Tumor), è una procedura chirurgica utilizzata principalmente per diagnosticare e trattare i tumori della vescica non muscolo-invasivi. È una tecnica minimamente invasiva che viene eseguita attraverso l’uretra, evitando incisioni esterne.
Viene eseguita in anestesia spinale o generale. Durante una TURBT, il chirurgo inserisce attraverso l’uretra, fino alla vescica, un resettore. Si tratta di uno strumento sottile e rigido, dotato di una telecamera e un’ansa metallica al termine di in cui può scorrere corrente elettrica che permette di tagliare il tumore e cauterizzare eventuali sanguinamenti. Il pezzo chirurgico che viene così prelevato viene poi inviato per un esame istologico definitivo, per assegnare grado e stadio tumorale.
Scopi della TURBT:
- Diagnosi: si possono prelevare campioni di tessuto per l’analisi istologica, determinando il tipo, il grado e l’estensione del tumore. Tutto ciò è fondamentale per decidere riguardo al successivo iter terapeutico.
- Cura: nei casi di tumori superficiali, la TURBT può essere curativa, rimuovendo completamente il tumore. Tuttavia, i tumori vescicali hanno un alto rischio di recidiva, quindi è necessario svolgere un attento follow-up.
Recupero postoperatorio: Dopo la TURBT, è necessario posizionare un catetere vescicale per un breve periodo per aiutare a drenare l’urina e prevenire la formazione di coaguli. I pazienti possono vedere un po’ di sangue nelle urine, lamentare bruciore durante la minzione e una maggiore frequenza urinaria per alcuni giorni o settimane dopo l’intervento.
Tumore vescicali
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Bibliografia
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