NEFRECTOMIA ROBOTICA
La nefrectomia robotica è una tecnica mininvasiva chirurgica per il trattamento delle neoplasie renali. Essa comprende la nefrectomia radicale robotica (RAN) e la nefrectomia parziale robotica (RAPN) o enucleoresezione renale robotica.
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Nefrectomia radicale robotica (RAN)
Nefrectomia Radicale Robotica prevede la rimozione completa del rene con salvaguardia della ghiandola surrenale (salvo i casi in cui se ne sospetti un coinvolgimento neoplastico) e del tessuto adiposo perirenale. La linfoadenectomia loco-regionale è raccomandata nei tumori localmente avanzati (T3-T4) nei casi in cui i linfonodi siano sospetti all’imaging pre-operatorio o durante l’intervento chirurgico e nei pazienti metastatici in cui l’intervento ha intenti citoriduttivi [1].
Questo approccio è indicato quando la nefrectomia parziale non è praticabile, ovvero per pazienti con tumori renali più grandi (in genere superiori a 7 cm) e/o infiltranti strutture quali l’ilo renale o il sistema collettore, o in presenza di tumori localmente avanzati.
Per il paziente la rimozione del rene e la successiva vita con un rene solo (monorene chirurgico) in generale non comporta grandi problematiche. Sicuramente bisognerà porre attenzione nel follow-up a tutti quei fattori di rischio che possono danneggiare la funzionalità renale come l’obesità, il fumo di sigaretta, il diabete mellito, l’ipertensione.
Procedura
La RAN viene eseguita mediante un accesso transperitoneale o retroperitoneale, e l’intervento si svolge in più fasi:
- Posizionamento del paziente in posizione laterale.
- Creazione di uno pneumoperitoneo per consentire lo spazio operativo.
- Introduzione dei bracci robotici attraverso appositi trocars (5-6) per eseguire la dissezione dei tessuti.
- Isolamento e legatura del peduncolo vascolare renale (arteria e vena renale) e dell’uretere.
- Rimozione del rene ed eventualmente dei linfonodi loco-regionali.
Vantaggi della RAN rispetto alla nefrectomia radicale a cielo aperto
- Miglior controllo del sanguinamento grazie alla precisione dei bracci robotici ed allo pneumoperitoneo (la pressione dei gas determina la
compressione ‘emostatica’ dei vasi durante la procedura). - Riduzione del dolore post-operatorio e dei tempi di degenza ospedaliera.
- Minore invasività, con piccole incisioni rispetto alla chirurgia a cielo aperto.
- Recupero più rapido e ripresa più veloce delle attività quotidiane.
Nefrectomia parziale robotica (rapn)
La Nefrectomia Parziale Robotica rappresenta l’opzione di scelta per tumori renali piccoli (in genere < 7 cm, stadio T1) o quando la preservazione della funzionalità renale è fondamentale (ad esempio nei pazienti monorene) [1].
Questa tecnica consente la rimozione selettiva del tumore, lasciando intatto il rene sano. L’obiettivo è rimuovere il tumore garantendo margini chirurgici negativi, preservando al massimo il tessuto renale non affetto dalla neoplasia per ottimizzare la funzione renale post-operatoria.
Nefrectomia radicale
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Crioablazione e termoablazione renale
In alternativa alla nefrectomia, la crioablazione e la termoablazione possono essere considerate in pazienti con comorbilità significative o in caso di tumori renali di piccole dimensioni (in genere < 3 cm) [6].
- Crioablazione: consiste nel congelare le cellule tumorali con azoto liquido o argon.
- Termoablazione: utilizza radiofrequenze o microonde per generare calore e distruggere il tumore.
Bibliografia
- [1] Ljungberg B, Albiges L, Abu-Ghanem Y, Bedke J, Capitanio U, Dabestani S, et al. European Association of Urology Guidelines on Renal Cell
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