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Il Prof. Matteo Ferro, urologo e chirurgo robotico di riferimento a Milano, si dedica a integrare le più avanzate tecnologie e strategie terapeutiche in percorsi multimodali, garantendo a ogni paziente un accesso rapido a una diagnosi precisa e a un piano di trattamento su misura.
Tumore alla prostata: trattamenti più innovativi nel 2025
Il 2025 segna un punto di svolta nella gestione del carcinoma prostatico. L’approccio non è più standardizzato, ma si basa su una profilazione molecolare e di rischio del singolo paziente. Dalla diagnosi alla terapia, ogni fase è guidata dalla precisione per massimizzare l’efficacia e ridurre al minimo gli effetti collaterali.
Imaging e stadiazione di precisione (PSMA-PET/MRI)
La diagnosi e la stadiazione del tumore prostatico hanno raggiunto un livello di dettaglio impensabile fino a pochi anni fa. L’integrazione della PET con ligandi PSMA (Antigene di Membrana Specifico della Prostata) con la Risonanza Magnetica (MRI) multiparametrica permette di:
- Identificare lesioni tumorali anche di pochi millimetri, sia all’interno della prostata sia in altre sedi (linfonodi, ossa).
- Definire con esattezza lo stadio della malattia, distinguendo tra forme localizzate, localmente avanzate o metastatiche.
- Guidare le terapie successive, come la chirurgia o la radioterapia mirata, e monitorare la risposta ai trattamenti in modo estremamente sensibile.
Questa precisione è cruciale per un approccio di escalation (trattare in modo più aggressivo chi ne ha bisogno) o de-escalation (ridurre l’invasività delle cure quando possibile).
Prostatectomia robotica avanzata (nerve-sparing, Retzius-sparing)
La prostatectomia radicale, ovvero la rimozione chirurgica della prostata, rimane uno dei pilastri per il trattamento del tumore localizzato. La piattaforma robotica Da Vinci ha rivoluzionato questa procedura, e nel 2025 le tecniche si sono ulteriormente affinate:
- Tecnica nerve-sparing avanzata: Grazie alla visione 3D magnificata e alla precisione degli strumenti, è possibile preservare in modo ottimale i fasci nervosi responsabili dell’erezione, massimizzando le possibilità di recupero della funzione sessuale.
- Approccio Retzius-sparing: Questa tecnica, che preserva lo spazio anatomico di Retzius, ha dimostrato di accelerare il recupero della continenza urinaria nella maggior parte dei pazienti.
La selezione del paziente è fondamentale: il Prof. Ferro valuta attentamente le caratteristiche del tumore e del paziente per personalizzare l’approccio chirurgico e integrarlo, se necessario, con altre terapie.
Radioterapia moderna (IMRT/VMAT, SBRT ipofrazionata)
Anche la radioterapia ha compiuto passi da gigante. Le tecniche moderne come la Radioterapia a Intensità Modulata (IMRT) e la Terapia Volumetrica ad Arco (VMAT) permettono di concentrare dosi elevate di radiazioni sul tumore, risparmiando i tessuti sani circostanti (retto e vescica).
La novità più rilevante è la Radioterapia Stereotassica Corporea (SBRT), o ipofrazionata, che consente di completare il ciclo di trattamento in poche sedute (spesso solo 5) invece delle tradizionali 30-40, con pari efficacia e ottima tollerabilità per pazienti selezionati. Questa tecnica può essere usata anche per effettuare un “boost” mirato sulle aree a maggior rischio.
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Terapie sistemiche e target 2025
Per le forme di malattia avanzata o metastatica, le terapie farmacologiche sono diventate sempre più specifiche e potenti, mirando ai meccanismi di crescita del tumore.
Terapie ormonali di nuova generazione (ARPI)
La terapia di deprivazione androgenica (ADT) è la base del trattamento ormonale. Oggi viene potenziata dall’associazione con gli Inibitori del Recettore degli Androgeni di Nuova Generazione (ARPI), farmaci come apalutamide, enzalutamide, abiraterone e darolutamide. Queste molecole bloccano la stimolazione ormonale del tumore in modo molto più efficace. Le combinazioni (triplette terapeutiche) di ADT + ARPI ± chemioterapia con docetaxel vengono oggi utilizzate in fasi sempre più precoci della malattia metastatica per ottenere un controllo più profondo e duraturo.
Radioligand therapy PSMA (es. Lutetio-177-PSMA)
Questa è una delle innovazioni più significative. La terapia con radioligandi sfrutta lo stesso bersaglio della PET-PSMA, ma per veicolare una particella radioattiva (come il Lutetio-177) direttamente sulle cellule tumorali, ovunque si trovino. È una sorta di “radioterapia sistemica intelligente“. I candidati ideali sono pazienti con malattia metastatica resistente alla terapia ormonale che esprimono alti livelli di PSMA alla PET. L’obiettivo è controllare la malattia, ridurre i sintomi (come il dolore osseo) e migliorare la sopravvivenza.
PARP-inibitori (pazienti con mutazioni HRR/BRCA)
Circa il 10-15% dei tumori prostatici presenta alterazioni nei geni di riparazione del DNA, come BRCA1/2 (gli stessi noti per il tumore al seno). In questi pazienti, i PARP-inibitori (es. olaparib, rucaparib) si sono dimostrati estremamente efficaci. Questi farmaci bloccano un meccanismo di riparazione del DNA, portando selettivamente alla morte le cellule tumorali che hanno già una di queste mutazioni. La ricerca di tali alterazioni genetiche è ormai parte integrante del percorso diagnostico.
Immunoterapia e sperimentazioni selezionate
Sebbene l’immunoterapia non abbia ancora nel tumore alla prostata lo stesso ruolo che ha in altri tumori (come il melanoma o il tumore al polmone), per pazienti selezionati con specifiche caratteristiche molecolari (es. instabilità dei microsatelliti), farmaci come il pembrolizumab possono rappresentare un’opzione. L’accesso a sperimentazioni cliniche rimane una via importante per terapie innovative.
Terapie focali e gestione delle recidive
Non sempre è necessario un trattamento radicale. In casi selezionati, si può agire solo sulla zona malata o gestire le recidive in modo mirato.
HIFU, TULSA-PRO, crioterapia (selezione rigorosa)
Le terapie focali mirano a distruggere solo la porzione di prostata contenente il tumore, preservando il resto della ghiandola. Tecniche come gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) o la crioterapia sono riservate a pazienti molto selezionati con tumori di piccole dimensioni, a basso rischio e ben visibili all’imaging. I vantaggi sono legati a minori effetti collaterali funzionali, ma i dati a lungo termine sul controllo oncologico sono ancora in fase di consolidamento.
Malattia oligometastatica
Quando la malattia si ripresenta con un numero limitato di metastasi (da 1 a 5), si parla di stato oligometastatico. In questi casi, un approccio ibrido che combina la terapia sistemica con trattamenti mirati sulle singole metastasi (es. radioterapia SBRT) può ritardare la progressione della malattia e posticipare la necessità di terapie più intensive.
Sorveglianza attiva e de-escalation
Per i tumori a bassissimo o basso rischio, la sorveglianza attiva rimane la strategia preferenziale. Consiste nel monitorare attivamente la malattia con esami del sangue (PSA), risonanze magnetiche e biopsie periodiche, intervenendo solo se il tumore mostra segni di progressione. Questo approccio evita il sovra-trattamento e i relativi effetti collaterali in uomini che non ne trarrebbero beneficio.
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Le 4 domande chiave sui nuovi trattamenti
Quali sono le nuove cure per il cancro alla prostata?
Nel 2025, le cure più innovative includono un’ampia gamma di opzioni personalizzate. Per la malattia localizzata, la chirurgia robotica evoluta (nerve e Retzius-sparing) e la radioterapia SBRT offrono massima efficacia con minimi effetti collaterali. Per le forme avanzate, le terapie ormonali di nuova generazione (ARPI) in combinazione, i PARP–inibitori per pazienti con specifiche mutazioni genetiche e la rivoluzionaria terapia con radioligandi (Lutetio-177-PSMA) stanno cambiando le prospettive di trattamento, offrendo nuove speranze anche nelle fasi più avanzate.
Qual è uno dei principali vantaggi delle nuove terapie combinate?
Il vantaggio principale è l’intensificazione personalizzata del trattamento. Combinando farmaci con meccanismi d’azione diversi (es. ADT + ARPI + chemioterapia), si attacca il tumore su più fronti simultaneamente. Questo porta a un controllo della malattia più profondo e duraturo, ritarda la comparsa di resistenze ai farmaci e, in molti casi, si traduce in un significativo beneficio in termini di sopravvivenza globale, il tutto gestendo un profilo di tollerabilità accettabile.
Qual è il trattamento di prima scelta per il tumore della prostata ad alto rischio?
Non esiste un unico trattamento di prima scelta, ma un ventaglio di opzioni da discutere in un team multidisciplinare. Le due strategie principali sono: la prostatectomia robotica radicale, spesso associata a una linfoadenectomia estesa, con la possibilità di terapie successive (adiuvanti o di salvataggio) basate sull’esame istologico finale; oppure un approccio combinato di radioterapia a fasci esterni associata a una terapia ormonale di lunga durata, a cui oggi si può aggiungere un ARPI per intensificare il trattamento. La scelta dipende dall’età del paziente, dalle sue condizioni generali e dalle sue preferenze, dopo un’attenta valutazione dei pro e contro di ciascun percorso.
Dove è disponibile la terapia con RadioLigandi in Italia?
La terapia con radioligandi, come il Lutetio-177-PSMA, è una procedura altamente specialistica disponibile in centri selezionati di Medicina Nucleare e Urologia Oncologica dotati di tecnologie avanzate e di un team multidisciplinare esperto. L’accesso a questa terapia richiede una valutazione rigorosa del caso e l’esecuzione di una PET-PSMA preliminare. Il Prof. Ferro, grazie alla sua rete di collaborazioni, è in grado di indirizzare rapidamente i pazienti idonei verso i centri più qualificati, garantendo l’accesso ai percorsi terapeutici più innovativi.
Qualità di vita, effetti collaterali e gestione pratica
Ogni trattamento efficace comporta potenziali effetti collaterali. La gestione proattiva è parte integrante della cura.
Effetti più comuni e come si gestiscono
- Disfunzione erettile e incontinenza: Dopo chirurgia o radioterapia, sono disponibili percorsi di riabilitazione del pavimento pelvico e terapie andrologiche specifiche per massimizzare il recupero funzionale.
- Fatica e vampate: Comuni con le terapie ormonali, possono essere gestiti con uno stile di vita sano, attività fisica e, se necessario, supporto farmacologico.
- Eventi avversi metabolici: Le terapie a lungo termine possono influenzare metabolismo, ossa e sistema cardiovascolare. Un monitoraggio attento e un approccio multidisciplinare (cardiologo, nutrizionista) sono essenziali.
Percorso con il Prof. Ferro a Milano
Scegliere di affidarsi al Prof. Ferro significa intraprendere un percorso completo e rapido: dalla diagnosi di precisione con le migliori tecnologie di imaging, alla discussione del caso in un team collegiale, fino alla definizione di un piano terapeutico personalizzato. I tempi di presa in carico sono rapidi, e il follow-up è strutturato per monitorare l’efficacia delle cure e gestire la qualità di vita.
Conclusione
Il panorama dei trattamenti per il tumore alla prostata nel 2025 è più promettente che mai. Le opzioni sono più numerose, mirate e adattabili alle caratteristiche uniche di ogni paziente e della sua malattia. La vera innovazione non risiede in una singola tecnologia o farmaco, ma nella capacità di selezionare, combinare e sequenziare queste potenti armi terapeutiche in una strategia personalizzata.
La chiave del successo è affidarsi a uno specialista esperto che possa guidare il paziente attraverso la complessità di queste scelte. Per una valutazione completa e per definire il percorso terapeutico più adatto al suo caso, ti invitiamo a prenotare un consulto con il Prof. Matteo Ferro.
Tumore alla prostata: trattamenti più innovativi nel 2025. L’innovazione è personalizzazione. Parla oggi con il Prof. Matteo Ferro: +393508195362.
Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico.